hspace=8 Grazie Sexteto Milonguero.Grazie! Quando sento e vedo il sexteto oll'opera il dubbio è se guardare e ascoltare o ballare e sublimare. Questa volta (e sono tre...) ho prima ascoltato e poi sublimato. La location era quella delle grandi occasioni, il tipico squallore argentino, che fa molto cult, si percepiva solo al contorno. Stazione marittima, gate 103 a Venezia. Anche solo a suonare il flauto, uno scolaro delle elementari, vanterebbe un discreto successo in un luogo così pregno di significati. A Venezia tutto è straordinariamente magico... ma loro che vengono da Porto Madeira non ne avevano di certo bisogno. Immensa la sala delle partenze, condizionata. Luigi diffonde la musica dagli altoparlanti che il giorno prima informavano i viaggiatori in transito. L'accoglienza è cordiale. Quante facce conosciute, ci sono tutti quelli che contano: è la prima serata, un prologo al lungo festival: il nono. La musica gracchia, non si riconoscono i pezzi, le orchestre solo al secondo tentativo. La sala sembra vuota ma conto più di duecento ballerini in frenesia. Fortunatamente arrivano loro, la musica prende la forma che conosciamo, l'energia si diffonde, pochi resistono, nessuno sta fermo, molti ballano! Siamo attenti più che mai, il terzo CD è quasi prossimo ed ecco che i nuovi pezzi vengono proposti. Il sexeto può tutto ed i pronostici sono davvero un'azzardo ma siamo molto fortunati! Pensavamo a l'Adios ed è tra le novità. Fa già venire la pelle d'oca ai molti musicalizadores presenti in sala. Javier, un tripudio di denti bianchi canta: uno strumento in più che trasporta i ballerini nella ronda con entusiasmo senza fatica apparente. La seconda parte viene dopo i noiosi ringraziamenti che non smaltisce l'adrenalina accumulata. Ecco le presentazioni dei grandi ballerini e poi dopo qualche tanda libera la seconda parte del concerto. Anche se lardellata di novità decido di ballare. I pezzi inediti sono entusiasmanti quasi privi dei tranelli tipici della musica dal vivo. In attesa del nuovo CD godiamoci questo live che ne vale assolutamente la pena. La pista nel frattempo si è "sgommata" e si scivola quel che basta. La pecca della prima serata è che i ballerini puliscono per quelli che verranno dopo. La magia del sexteto non finisce con la loro musica, Luigi usa i loro diffusori e la musica prima gracchiante prende la giusta forma, i cantati ritrovano forza e sonorità strappando gli ultimi tossici del tango dalle sedie.
Sono le quattro, parte Donato: difficile andar via!
g.
Sexteto
Milonguero al
IV
Festival di Venezia,
2 giugno 2011
(scrivi a giorgio@ultimatanda.it)