hspace=8 Definisco "Tango liquido" quando alla milonga tutto scorre bene: la musica tradizionale, la ronda, i ballerini. Ognuno interpreta consapevolmente il suo stile nel pieno rispetto degli spazi altrui. Una situazione che di fatto già esiste con pesanti omissioni ma che, se riconsiderata, tra qualche tempo potrebbe entrare nel senso comune di ogni tanguero. Il tango argentino è un albero che sopravvive al tempo sfidando ogni clima, perché ha radici profonde nella cultura di un popolo. Musica prima e ballo poi, come una lingua parlata, il linguaggio del corpo evolve costantemente verso dialetti sempre più diffusi che entrano a poco a poco nel lessico arricchendo il complesso della comunicazione. Non esiste il vero tango, esiste il contributo di un'intera popolazione che emigrò e che chiamò tango l'insieme dei propri vissuti nella ricerca di un'identità. Pochi riescono a percepire il moto convulso della sua crescita che non è necessariamente rinnovamento o rivoluzione, ma spesso è revisione e riscoperta. La maggior parte degli adepti al tango viaggiano sul loro pianeta senza avere la consapevolezza dell'espansione di cui fanno parte. Il tango ha bisogno di regole e di codici. Come l'orario dei treni che incamerava, ogni anno, i ritardi per dimostrare che le ferrovie funzionavano... bene; il tango liquido si propone come alibi al purista per giustificare l'impossibilità ad imporre il codice tanguero tipico delle milonghe porteñe. La musica tradizionale, quella dell'Epoca d'Oro per intenderci, è adatta ritmicamente perché gli stili di ballo possano coesistere sulla stessa pista; in abbraccio stretto e non, purché si sappia "navigar" senza che i ballerini vadano a "chocar". Musiche fuori da questo contesto costringono uno o l'altro ballerino ad una sosta forzata. Il musicalizador che vuota la pista dovrebbe sempre fermarsi a pensare...

hspace=8 I nostri sono mali antichi, ma sono mali di gioventù. Le nostre tradizioni tanguere non hanno più di 15 anni. Tolti gli incalliti ballerini della prima ora, nelle milonghe triestine restano solo manciate di tangueri, frutto di annate più o meno feconde di ballerini, che si agitano tra passione e compulsione. Non essendoci stata una vera trasmissione popolare della cultura il ballerino triestin-porteño, apprende per le vie più disparate quello che invece i genitori argentini hanno introiettato ai loro figli, sin da piccoli, forse desiderosi di fornire una soluzione esistenziale alle miserie del regime. Ascolto precoce della musica e orgoglio tanguero hanno fatto si che dopo un primo rifiuto generazionale del tango, i giovani rio-platensi abbiano considerato il tango un valore culturale spesso slegato dalla necessità di ballare. La seconda o la terza generazione di tangueri argentini si è evoluta partendo dalle basi della camminata per arrivare, ma non sempre, alle fronde più estreme del pionierismo tanguero, considerando che la "salida basica" è una recentissima invenzione del business che ora sta diventando un vero e proprio bubbone purulento da cui è difficile liberarsi.

hspace=8 Noi della prima e unica generazione di tangueri triestini partiamo direttamente dalle fronde e solo dopo la maturità pochi cercano di vedere tra le foglie la natura del ramo che ci sostiene. La ricerca spasmodica del gesto plateale copre il sottile piacere dell'intimità della comunicazione frutto dell'evoluzione del tango primordiale. Periodicamente si propongono ambienti e stili che tendono a monopolizzare movimenti e codici. Oppure sono proposte situazioni estreme per cercare di mettere ordine al moto browniano delle milonghe nostrane. Ho visto recinti per tangueri in sale enormi e desolate, tande rosa per strappare dalla sedia ballerine inadeguate, buffet da fare invidia alle nozze reali... quando basterebbe il buon senso per arginare ogni eccesso. Prima di ballare con le mie gambe ho vissuto la situazione assurda di pagare poco il maestro rionale che insegna sofisticate coreografie e salti per poi pagare il doppio il grande argentino per farmi camminare assieme ad una pletora di millantanti ballerini avanzati. Gli allievi, guidati dai maestri, dovrebbero percorrere la strada tanguera nello stesso senso, con lo stesso scopo. Lo sterile apparire deve lasciare il posto alla passione, allo studio e all'apprendimento di una cultura che può essere di tutti se condivisa nel rispetto reciproco.

hspace=8 Il Tango liquido porterà il tango triestino verso un ramo più grosso e stabile, via da questa sottile fronda avvizzita incapace di sostenere anche il peso dell'insinuante cialtroneria?

g.

Tango liquido

(scrivi a giorgio@ultimatanda.it)

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