Sobre el tiempo transcurrido
vives siempre en mí,
y estos campos que nos vieron
juntos sonreír
me preguntan si el olvido
me curó de ti.
Y entre los vientos
se van mis quejas
muriendo en ecos,
buscándote...
mientras que lejos
otros brazos y otros besos
te aprisionan y me dicen
que ya nunca has de volver.
Cuando vuelva a lucir la primavera,
y los campos se pinten de color,
otra vez el dolor y los recuerdos
de nostalgias llenarán mi corazón.
Las aves poblarán de trinos el lugar
y el cielo volcará su claridad...
Pero mi corazón en sombras vivirá
y el ala del dolor te llamará.
En vano el alma
dirá a la luna
con voz velada la pena...
Y habrá un silencio
profundo y grave
llorando en mi corazón.
Il tempo trascorso
vive sempre in me,
e questi campi che ci videro
sorridenti insieme
mi chiedono se dimenticarti
mi guarì di te.
E tra i venti
vanno via i miei lamenti
morendo in echi,
cercandoti...
mentre lontano
altre braccia ed altri baci
ti imprigionano e mi dicono
che mai dovrai ritornare.
Quando torna a brillare la primavera,
ed i campi si dipingono di colore,
un'altra volta il dolore ed i ricordi
di nostalgie riempiranno il mio cuore.
Gli uccelli popoleranno di canti il luogo
ed il cielo rovescerà la sua limpidezza...
Ma il mio cuore vivrà in ombra
e l'ala del dolore ti chiamerà.
Invano l'anima
dirà alla luna
con voce velata la pena...
E ci sarà un silenzio
profondo e grave
piangendo nel mio cuore.
Interessanti le versioni di Edgardo Donato con Horacio Lagos e di Francisco Canaro con Roberto Maida che interpretano il testo in due momenti diversi. Tango energetico e nello stesso tempo drammatico che caratterizza la serata in milonga. Impossibile astenersi dal ballare.
La versione di Osvaldo Pugliese per la voce di Jorge Maciel risulta esageratamente lenta per il ballo. Pochi i ballerini che potrebbero interpretarla come merita.
In calce Ignacio Corsini con la sua chitarra esplora tutta la poesia del testo di San Clemente ma purtroppo l'interpretazione non si adatta al ballo in quanto il cantato è troppo lungo e la chitarra, orfana del resto della orquesta tipica di tango, non riesce, da sola, a generare quell'impulso magico che ti strappa dalla sedia lanciandoti sulla pista stringendo la ballerina.