La canzone fu scritta da Carlos Almarán nel 1955 in occasione della morte della cognata. L'anno successivo il pezzo fece parte della colonna sonora di un film messicano che portava lo stesso titolo. Tra le interpreti anche Iva Zanicchi e Dalida. Fu tradotta in varie lingue tra cui russo e cinese. L'originale musicale fu scritto sul tempo del bolero, in calce la versione cantata da Libertd Lamarque tratta dal film. Normalmente si ballano le versioni arrangiate a tango. Alfredo Gobbi, il violinista romantico del tango, ne diresse una cantata da Tito Lando. Lorena Ermocida e Fabian Peralta ballano accompagnati dall'Orquesta di Hector Varela. Assolutamente da non imitare le performance dell'ultimo video sulla musica del Trio Los Panchos, tenere solo in considerazione i giovani ballerini di bolero ed il grande Carlos Gavito inserito tra altre prestazioni più che discutibili.
Ya no estás a mi lado, corazón,
en el alma sólo tengo soledad
y si ya no puedo verte,
porque Dios me hizo quererte
para hacerme sufrir más...
Siempre fuiste la razón de mi existir,
adorarte para mí fue religión.
Y en tus besos yo encontraba
el calor que me brindaba,
el amor y la pasión.
Es la historia de un amor,
como no hay otro igual.
Que me hizo comprender,
todo el bien todo el mal,
que le dio luz a mi vida,
apagandola después.
¡Ay, qué vida tan oscura,
corazón,
sin tu amor no viviré!
Gia non sei più al mio finco, cuore mio,
nell'anima ho solo solitudine
e se ormai non posso vederti,
perché Dio mi fece desiderarti
per farmi soffrire di più...
Fosti sempre la ragione della mia esistenza,
adorarti per me fu religione.
Nei tuoi baci io trovavo
il calore che mi offriva,
l'amore e la passione.
Nella storia di un amore,
come non ce ne sono altre uguali.
Che mi fece capire,
tutto il bene e tutto il male,
che diede luce alla mia vita,
appagandola più tardi.
Ahi, che vita tanto oscura,
cuore mio,
senza il tuo amore non vivrò!