Mandria

Tango: 1927
Musica: Juan Carlos Rodríguez
Testo: Francisco Brancatti e Juan Velich

Scritto da Juan Carlos Rodríguez fu musicato nel 1927 dall'orchestra Tipica  di Osvaldo Fresedo. Successivamente, nel 1939,  Juan D'Arienzo incise con la voce di Alberto Echague la versione più ballata. Finalmente, nel 1957,  il testo completo comparve nella registrazione, sempre dell'Orchestra di D'Arienzo ma per la voce di Mario Bustos. Per i palati più fini in calce alla pagina c'è il video e l'elegante traduzione di Guglielmina Gorini.

Buone e cariche di energia le versioni per la voce di Javier Di Ciriaco  del 2014 del Sexteto Milonguero e nel 2018  Martin Troncozo con gli Hyperion Ensamble. Rubén Peloni incise il pezzo con HE sempre nel 2018 nel CD "Hasta siempre amor".

La storia racconta di un gaucho tradito dalla moglie e dall'uomo che ospitavano. L'uomo viene sfidato ad un duello criollo che generalmente finisce con la morte di uno dei due contendenti. Il gaucho combatte con la frusta e presta all'ex amico il mantello e anche il coltello per difendersi. Si chiede, poi, se valesse la pena combattere contro un uomo vigliacco che non ha saputo riconoscere la vera amicizia e così scaccia moglie e amico, soddisfatto di aver capito la vigliaccheria di entrambi.

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Tome mi poncho... No se aflija...
¡Si hasta el cuchillo se lo presto!

Cite, que en la cancha que usté elija
He de dir y en fija no pondré mal gesto.

Yo con el cabo de mi rebenque
Tengo de sobra pa' cobrarme...

Nunca he sido un maula, ¡se lo juro!
Y en ningún apuro me sabré achicar.

Por la mujer, creamé, no lo busqué
é la acciòn que le viché al varòn

que en mi rancho cobijé...
Es su maldad la que hoy me hace sufrir

Pa' matar o pa' morir vine a pelear
y el hombre ha de cumplir.

Pa' los sotretas de su laya
tengo buen brzo y estoy listo...

¡Tome! ... Abaraje si es de agaya,
que el varòn que taya dede estar previsto.

Esta es mi marca y me asujeto.
¡Pa' qué pelear a un hombre mandria!

Váyase con ella, la cobarde...
Dígale que es tarde pero me cobré.

Prendi il mio  poncho... non preoccuparti
Anche il coltello te lo presto!

Dimmi, quele parte del campo  scegli
Fissa un appuntamento, gli ho detto, non farò un cattivo gesto

Io con la punta della mia frusta
Ho molto da recriminare...

Non sono mai stato un codardo, lo giuro,
e nessuna difficoltà potrà  intimorirmi.

Credimi, non faccio questo per la mia donna
è per l'azione che ho visto fare a quell'uomo

ospite del mio rancho...
E' la sua malvagità che adesso mi fa soffrire

Per uccidere o per morire  deve combattere
questo è quanto l'uomo deve fare.

Per le canaglie della sua risma
ho un buon braccio e sono veloce...

Prendi! Schiva se hai coraggio,
perché l'uomo che taglia (ha il coltello) deve essere sempre attento.

Questo è il mio marchio ed ad esso mi attengo
 Ma perché combattere contro un uomo vile!

Vai con lei, la codarda...
dille che è tardi (per tenerla) ma sono pago così.