Intervista ponderata a Lara Pelizzon e Laura Zorzetto
a cura di giorgio
Lucida analisi dello stato dell'arte del tango argentino in FVG, e regioni limitrofe, attraverso le risposte di due tra le più significative ballerine triestine. Animate da una vera passione si trovano da diverso tempo sulla strada verso la sublimazione. Apprezzate e contese in ogni milonga rappresentano la continuità del pensiero tanguero nell'attesa della vera metamorfosi del tango argentino. Ballerine sensibili ed attente non fanno tango negocio e rappresentano un vero modello da seguire per coloro che si avvicinano al tango per la prima volta.
Lara Pelizzon, che cos'è il tango per te?
Laura Zorzetto, che cos'è il tango per te?
Direi uno scambio. Una bella tanda per me è quando c'è stato un dialogo con la persona con cui ho ballato e alla fine ci si saluta con la sensazione di aver ricevuto qualcosa in dono e aver donato qualcosa all'altro...
A volte sono sensazioni passionali, altre volte romantiche, altre volte ancora leggere e divertenti...
Dopo una bella serata in milonga mi sento sempre ricca...di nuove sensazioni, di emozioni...
Quando ballo tutto il resto scompare, conta solo il "qui e ora", come nelle discipline orientali. Per questo il tango per me è una "medicina" quando sono triste.
Come inizasti la tua relazione con il tango?
Quando scopristi che avresti potuto diventare una ballerina di tango?
Chi furono i tuoi maestri?
Le qualità del tuo maestro preferito?
Qual'é la coppia di ballerini a cui ti ispiri e perché?
Il tango non si balla alla stessa maniera, non si balla pensando ad una coreografia, pur ammettendo che esiste una figura di base e che si debbano rispettare i quattro tempi, il tango è creatività e libertà assoluta, quale stile è il tuo preferito e perché?
Sei una ballerina che non se la "tira" e raramente hai negato una mirada, ma qual'è la caratteristica che apprezzi di più in chi ha l'ardire di invitarti a ballare?
Ti ritieni una ballerina intuitiva o analitica?
Mi spiego meglio: il tango ballato dai vecchi milongueri è minimalista e basato tutto sulle sensazioni interiori della coppia, il tango moderno si basa sulle possibilità che le dinamiche concedono e offre molti spunti alla spettacolarizzazione del movimento presupponendo un'analisi analitica inevitabile.
Guardia vieja, epoca d'oro del tango, tango moderno quali sono le sonorità che preferisci?
Un tango su tutti?
Come Battisti e Baglioni... quanto di questo tango rievoca situazioni del tuo passato?
Quali caratteristiche deve avere la milonga del fine settimana?
Quali sono i grandi centri di tango nel nostro circondario?
Cosa si dovrebbe fare a Trieste per attirare i bravi ballerini a frequentare le nostre milonghe?
Molti ballerini che si sono avvicinati anche di recente al tango sono diventati "maestri" pur ballando in maniera molto discutibile, tu non hai ancora pensato di diventare un'insegnante di tango, come mai?
Voi siete tra le più brave ballerine di tango che abbiamo a Trieste, quale consiglio dareste a chi si sta avvicinando al tango in questo momento?
Quale consiglio non daresti?
Molti ballerini sono andati a B.A. considerandola un'esperienza da fare per chi è appassionato di tango argentino. Pensi che un periodo in Argentina possa fare di te una ballerina diversa?
Balli per cuccare?
Hai mai cuccato con il tango?
Cosa credi che la gente deve sapere dell'intimo pensiero tanguero di Lara Pelizzon?
Cosa credi che la gente deve sapere dell'intimo pensiero tanguero di Laura Zorzetto?
Grazie per la pazienza.
Prima di tutto è una passione che mi diverte. Un modo per conoscere le persone in modo diverso, dove ci si abbraccia, si comunica senza parole. Si ascoltano le persone, la musica. Si esalta la propria femminilità, si è scelti, si attende, si chiacchiera….
Tango, milonga o vals?
Per caso, una telefonata di un amico mi diceva che stava cercando qualcuna con cui iniziare un corso di tango, che la seconda lezione era per la stessa sera alle ore 20.00.
Istintivamente ho risposto di si.
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Sono due i momenti che mi fecero capire che volevo coltivare questa passione, uno durante il corso nel primo anno, ero ancora tutta concentrata nel contare i passi, rigida con il corpo e volevo comandare. Dino Mancarella, un allievo del corso avanzato, era venuto a dare una mano al corso principianti e nel cambio coppia ballai un tango con lui. Miracolo!
I passi non li contavo più, mi faceva fare passi che non conoscevo e tutto mi sembrava fluido e facile. Folgorata entrai nello spogliatoio e dissi a tutte le donne che finalmente avevo intuito che cosa poteva essere il tango. Era molto bello e piacevole.
Il secondo momento è stato alla Tana dell’anima che aveva aperto da poco e non era tanto frequentata, perciò poteva capitare che i “bravi” ti invitassero. Quella sera Sameer Murthy mi invitò e ancora ricordo l’emozione che ho provato quando mi abbracciò, in quel abbraccio mi sentivo protetta, coccolata stavo bene, ma mi fu chiaro che per poter godere del tutto di quel abbraccio avrei dovuto ancora lavorare molto. Così decisi che dovevo diventare una ballerina di tango.
Ho iniziato a ballare con Ubaldo Sincovich e Silvia Galletti.
All’epoca da Ubaldo facevano da assistenti Mauro Damiani ed Ester Orlando, loro sono ancora oggi i miei maestri.
Una buona didattica, che mi metta a mio agio ma nello steso tempo mi sproni, mi corregga all’infinito, che privilegi la tecnica e la musicalità.
Non saprei rispondere in modo assoluto a questa domanda. Ci sono molte coppie che mi piacciono e che hanno caratteristiche che mi ispirano.
Non so dare una risposta assoluta, mi piace il tango in abbraccio chiuso e dinamico, amo soprattutto la creatività in funzione della musica che si sta ballando.
La delicatezza nell’invito, che curi l’abbraccio, che balli sulla musica. Questo non vuol dire che deve essere per forza un ballerino esperto, ci sono ballerini che ballano da poco con i quali ho fatto delle bellissime tandas. Non devono necessariamente farmi fare volteggi vertiginosi, dobbiamo semplicemente ascoltarci a vicenda.
Giuro non mi sono mai posta questa domanda complicata.
Penso di essere tutte e due le cose, o meglio, mi piace ballare alcuni tanghi in modo minimalista, altri in modo più dinamico. Tutto dipende dalla musica e dal ballerino, credo (ma forse sbaglio...), che la caratteristica che una ballerina di tango debba avere è quella di saper seguire lo stile proposto dall’uomo con cui balla. Si possono avere delle bellissime sensazioni sia in un caso che nell’altro. Sicuramente essere sia intuitiva che analista presuppone studio e tecnica.
In generale, per ballare, l’epoca d’oro è quella che prediligo, perché lo trovo energetico e divertente.
Ma, da ascoltare, il tango mi piace tutto.
“La Viruta” ed “El recodo” di Rodolfo Biagi.
Nessuna in particolare.
Un buon musicalizador, un buon numero di ballerini con voglia di ballare, che si rispetti la ronda ed un buon pavimento.
Dirò quelli che sono i luoghi dove io amo maggiormente andare a ballare, Villa Giacomelli a Pradamano, Spinea, Padova e Lubiana.
No non ci ho pensato. Credo che il ruolo di allieva mi si addica maggiormente, ho ancora molta strada da fare. Diventare un insegnante non equivale necessariamente a ballare bene il tango. Ci vogliono, a mio avviso, una serie di nozioni sulla didattica della danza oppure una esperienza più che decennale di ballo. Non ho nessuna di queste caratteristiche. E’ così divertente ballare e questa resterà la mia attività con il tango.
Di non stancarsi di ripetere all’infinito passo avanti, passo indietro, ocho avanti, ocho indietro, ocho cortado. Sono l’"abc" del tango ed è fondamentale studiarli bene. Per me sono ancora degli scogli duri e motivo di studio ancora oggi. Con questi semplici passi fatti bene si possono fare dei bellissimi tanghi. Curare la tecnica, confrontarsi con i ballerini con cui si balla, spesso mi hanno dato degli ottimi consigli. Ascoltare la musica: per ballare bene bisogna conoscerla.
Di collezionare sequenze di passi fatte male.
Non ci sono mai stata e non lo so.
E’ un obiettivo che mi sono data per festeggiare i miei primi cinquant’anni.
No. Ballo per ballare e cucco per cuccare.
No.
Nulla, è intimo e quindi lo esprimo in silenzio solo ballando.
Mi piace l'idea della relazione con il tango!. In effetti si tratta proprio di una relazione e oltrettutto esclusiva!
Comunque, il partner assegnatomi al corso di balli caraibici era in realtà un ballerino di tango... facendo lezione di bachata mi ha detto "tu devi ballare il tango"... essendo lui una persona risoluta non ha rinunciato fino a quando non è riuscito a convincermi.
Un sabato sera mi ha invitato a cena e poi nel suo soggiorno, in calzettoni, mi ha mostrato il passo base, poi mi ha detto "ora chiudi gli occhi e ascoltami", mi ha abbracciata e ha iniziato a "marcarmi" i passi.
Un'ora dopo eravamo al Caffè San Marco in pista...
Quel posto era magico.... La musica, l'atmosfera, i ballerini...me ne sono innamorata. Andavo là con lui ogni 15 giorni, ballavamo (beh...camminavamo più che altro) qualche tanda e per il resto del tempo (mentre lui ballava con le altre) io guardavo affascinata la pista...
Andavo alla milonga con Sandro e gli altri uomini mi invitavano... io dicevo che non sapevo ballare ma a volte riuscivano a convincermi... andavo in pista e...riuscivo a seguirli in passi che in realtà non conoscevo....
Il primo fu proprio Sandro Nigris, che non era un maestro ma un grande tanguero... lui mi ha insegnato a camminare e a seguire, senza pesare mai sull'uomo! Ritengo che lui mi abbia mostrato l'anima del tango. Per me il tango sarà sempre questo: chiudi gli occhi e ascoltami.
Quando Sandro è partito per Pechino ho deciso di iscrivermi ad un corso vero e proprio e così ho iniziato il cammino di "lezioni di tango" con Arianna Starace e Franco Giombetti, tre anni bellissimi.
Poichè sono un'anima inquieta con il passare del tempo a loro ho affiancato altri maestri. Qui a Trieste ho fatto corsi con Hugo Samek e con Ester Orlando e Mauro Damiani (le cui lezioni seguo tutt'ora).
E poi...ho fatto stage con talmente tanti maestri che non riuscirei neppure ad elencarli tutti...
Quelli con cui ho studiato piu' frequentemente (e che hanno influenzato maggiormente il mio tango) probabilmente sono questi: Marco Palladino, Alejandra Arruè e Sergio Natario, Patricia Hilliges e Matteo Panero, Osvaldo Roldan e Annamaria Ferrara, Florencia Argento, Osky Casas.
Ma ho avuto la fortuna di poter studiare anche con molti altri bravissimi maestri.... da Alejandra Mantinan ad Adrian Aragon e Erica Boaglio passando per la coppia Arce/Montes e così via... insomma... se c'e' la possibilità di fare lezione con dei maestri che mi interessano..non perdo l'occasione!
Un bravo ballerino non è necessariamente un bravo maestro e viceversa.
Ovvio che quando le due cose coincidono è magnifico!
Per me un bravo maestro deve riuscire a mettersi in rapporto con l'allievo, non semplicemente far memorizzare una sequenza di passi. Apprezzo un maestro che mostra il passo (finalizzato all'apprendere una tecnica, non una sequenza), lo spiega, controlla ogni coppia e ogni persona dando a ciascuno il suggerimento, la correzione, l'approfondimento giusto per il suo livello. Un bravo maestro insegna con il cuore, ma è anche rigoroso e organizzato.
Risposta difficile....
ci sono coppie di ballerini che amo molto veder ballare ma hanno stili molto diversi tra loro.
Io ho fatto lezioni con maestri milongueri, di tango salon, di tango nuevo, di nuevo salon...
da tutti ho imparato qualcosa in piu' sul tango.
Mi riesce difficile "ispirarmi" a qualcuno.. forse perche' come donna non posso avere un mio stile, devo "adattarmi" il piu' possibile a cio' che mi propone l'uomo che mi invita a ballare.
Sicuramente nell'anima sono milonguera, ma mi piace ballare in tutti gli stili...compreso il tango nuevo.
Piu' che ispirarmi ad una coppia direi che "studio" le ballerine che ballano in un modo che (oltre a piacermi) puo' essermi di esempio.
Mi spiego, una ballerina come Erica Boaglio che io trovo divina non puo' essere per me un "esempio" da cercare di raggiungere..30 e passa anni di danza classica (oltre al tango) non si possono inventare. Io adoro le ballerine che vengono dalla danza classica ma mi risulta difficile cercare di "ispirarmi" a loro. Una ballerina come Virginia Pandolfi (la nuova partner di Javier Rodriguez) riesce ad essermi più da "esempio". Infatti nel periodo in cui ho avuto la fortuna di poter fare lezione con lei il mio modo di ballare si era "virginizzato" ;-)
Diciamo che il mio "ideale" di ballerino probabilmente è Marco Palladino, perche' è un ballerino eclettico che mescola stili diversi e che crea tanghi magnifici ma assolutamente diversi a seconda della partner che lo affianca. Il suo tango risponde al mio "animo inquieto" che mal sopporta le limitazioni di stile.
Come dicevo prima, come donna non posso avere un mio stile (pena l'auto esclusione dagli inviti di tutti quei ballerini che hanno uno stile diverso), sicuramente il milonguero è quello che sento più mio e che mi emoziona maggiormente, ma ricordo tanghi meravigliosi con ballerini di tango nuevo...
Con gli anni ammetto di essere diventata anche io più selettiva, ma non per "tirarmela", piu' che altro per autoconservazione... Ci sono ballerini in grado di distruggerti i piedi e porre fine alla tua serata durante la prima tanda! E non parlo necessariamente di principianti.
Quello che io apprezzo di piu' in un ballerino è: l'abbraccio (che avvolga senza stritolare e che rispetti il mio asse), l'ascolto della musica e l'ascolto della ballerina. Perche' il tango è un discorso, tra due persone e la musica. Tutte e tre parlano...e tutte e tre vanno ascoltate.
Un ballerino che mi faccia anche solo camminare ma sulla musica, abbracciandomi delicatamente...avra' sempre la mia mirada!
Quello che non sopporto in un ballerino è che balli per farsi guardare... deve ballare "per me"... così come io devo ballare "per lui", il resto del mondo non conta.
Direi intuitiva, anche se mi diverte diventare analitica con il ballerino giusto.
Direi l'epoca d'oro... anche se sono una estimatrice di Esteban Morgado... mi piace ascoltare un po' di tutto, però quando si tratta di ballare sono piuttosto "ritmica"... percio' prediligo Donato, Fresedo, Rodriguez, D'Arienzo... (come tu sai bene!)
Decisamente no.
Ho avuto delle storie nel mondo del tango, mi è anche capitato di dover "schivare" uomini che usavano il tango per cuccare....
Beh, se è intimo lo tengo per me! :-)
Credo di aver detto fin troppo su quello che penso del tango...
Non so se farebbe di me una ballerina diversa, sicuramente farebbe di me una ballerina felice!
Scherzi a parte... credo che un viaggio a Buenos Aires sia il sogno di tutte le persone che amano il tango... Se non altro perchè là si può passare l'intera giornata a ballare girando tra tutte le milonghe...
E poi.... la quantità di ballerini provenienti da tutto il mondo permette uno scambio ricchissimo. Senza contare la possibilità di studiare con maestri che raramente capitano da queste parti.
Fai un corso e buttati in pista, non serve continuare a studiare per divertirsi.
Ti ringrazio per il complimento, ma credo che ci siano ballerine ben più brave!
A chi si sta avvicinando al tango direi di cercare un maestro che non insegni solo una sequenza di figure da applicare in pista. E gli direi di ascoltare la musica di tango...sempre... perchè solo conoscendo la musica si può arrivare a conoscere il tango.
E' vero che tutto si può ballare a tango...ma devi conoscere il tango per poterlo fare.
Il tango nuevo è stato creato da ballerini che sapevano perfettamente ballare il tango tradizionale. Imparate quello...e poi potrete giocare con il resto... e quando guardate due bravi ballerini in pista o in esibizione, non concentratevi sui passi cercando poi di imitarli, guardate come interpretano la musica e come dialogano tra loro...
Non ho mai desiderato diventare insegnante di tango.
Ballo perchè amo il tango, studio perchè mi piace migliorare e perchè così come a me piace ballare con bravi ballerini voglio che i bravi ballerini abbiano piacere a ballare con me.
Non mi sento in grado di insegnare a qualcuno ciò che io stessa sto appena imparando.
Trieste è molto decentrata e quindi poco "appetibile" però ad esempio il Cantera riesce sempre ad attrarre ballerini dal veneto e dalla Slovenia... credo che un posto con un buon parquet e in cui la musica venga messa da musicalizador conosciuti e con una chiara impostazione potrebbe attrarre ballerini lontani.
E' negativo il fatto che la musica sia diversa (nello stile) da una settimana all'altra.. la persona che viena da lontano perchè la settimana prima aveva trovato la musica che gli piaceva e si ritrova invece tutto un altro stile...la prossima volta ci penserà bene prima di tornare.
Sono una tanguera itinerante percio' i miei locali preferiti sono ad almeno 60 km... > Villa Giacomelli, Contatto Club, Amusement, Geco, d'estate il Cantera..
La milonga dei sogni? Buona musica, buoni ballerini, buon pavimento, atmosfera accogliente, biglietto non esoso.
È diventato il mio tango preferito vedendolo ballare da Marco Palladino e Nicoletta Pregnolato a Dobrna.
L'avevo sentito e ballato mille volte, ma il modo allegro e dinamico con cui lo hanno proposto mi ha colpito particolarmente...da quel momento è diventata la mia musica preferita.
Il fatto coincideva con un periodo di cambiamenti nel mio approcciarmi al tango (ho iniziato ad andare a ballare lontano da Trieste) quindi direi che è stata una "crescita"...
Rispondo io!
Sinsabor nella versione di Edgardo Donato.
Colpito e affondato!
La mia preferenza varia a seconda del momento... secondo me ad ognuno corrisponde un diverso stato d'animo, la milonga mi fa pensare al divertimento, all'allegria... il tango è intenso, coinvolgente... il vals è leggero, lieve e delicato. In generale mi piace poter ballare tutti e tre nell'arco della serata.
Amo ballare tutti e tre. Ma se dovessi fare una classifica direi: tango, vals, milonga.
Trieste è un po' decentrata e questo non aiuta.
Spesso i ballerini si muovono perchè sanno di trovare una buona qualità di ballo, di musica, un luogo accogliente e un buon parquet. Per i ballerini più esperti la scelta di chi mette la musica è fondamentale. In effetti il musicalizador è colui che da energia alla milonga, che con le sue scelte musicali fa si che una serata sia memorabile oppure no.