Las primeras milongas. Lo de Hansen.
por José, el de la quimera
(traduzione a cura di giorgio)
Uno o due anni fa, ballando al "Club Sunderland" vidi che qualcuno mi filmava dalla prima fila di sedie. Quando terminó la tanda, me ne ritornai al tavolo e riconobbi Juan Carlos Copes. Al suo fianco, la signora della camera era Liza Minelli, che molto amabilmente, accettò di farsi fotografare con me. La invitai a ballare, quasi scherzando, però mi disse "No, this dance is too difficult. I am fascinated". Mi disse anche che venne l'anno prima però la portarono ad uno spettacolo di tango per turisti, generalemente una cena-show como al "Viejo Almacén" o "Señor tango", dove si balla tango da palcoscenico. In quella occasione essa desiderava conoscere il tango che balla la gente, così Copes la portó al "Sunderland". Precisamente la Minelli, la ballerina del film "Cabaret" non osò ballare il tango, il tango sociale per intendersi, come realmente si baila a Buenos Aires. Questo aneddoto è rilevante perché molte dive e personalità desiderano veder ballare gli argentini nei luoghi più rappresentativi come al "Sunderland" (fondato nel 1919), dove nella prima fila di tavoli stanno generalmente i maestri, a partire da un angolo con il tavolo dei Dispari , i rappresentanti dello stile di Villa Urquiza. Un'altra opportunità stava cenando, al fianco del mio tavolo, nel ristorante del club, l'attore Willem Dafoe che è un ballerino di tango, come Robert Duval e Matt Damon, che anche frequentano il posto.
In questo video vediamo la gente ballare al "Sunderland" - principianti nel mezzo - e qualche maestro. Al minuto 3.16 Osvaldo e Coca sono colpiti da un turista (?), che balla di traverso (alla ronda n.d.r.):
Agli albori del tango, alla fine del XIX e inizio XX, l'equivalente del "Sunderland" fu il ristorante "Lo de Hansen" (o "Ristorante del Parque 3 de Febrero"), situato in quelli che oggi sono i giardini del rione di Palermo. Molte personalità straniere, che si incontrano nel paese, amano conoscere questo luogo tanto leggendario adesso. Una notte lo visitò la gran soprano italiana Adelina Patti, che non voleva lasciare il paese senza passare un'ora in questo ambiente autentico dove nacque una delle prime milonghe. Purtroppo, "Lo de Hansen" non esiste più perché fu demolito nel 1912. Lo trovavi all'incrocio con il viale Sarmiento e Figueroa Alcorta, nell'isolato opposto al Planetario.
Alfredo Taullard nel suo libro "Nuestro Antiguo Buenos Aires" (Peuser, 1927) lo descrive: "El Hansen aveva l'aspetto del ristorante andaluso all'aperto e birreria tedesca. Da molti isolati, a mezza notte, si scopriva la sua ubicazione per le linee di luce dei fari dei carri per il trasporto persone e dei faretti colorati che illuminavano il giardino. In questo giardino si cenava, tra risa e scherzi, e nel grande portico i clienti bevevano sotto un tetto frondoso di glicini e caprifoglio odoroso. La orchestra suonava milonga, polca e vals". Però questo ambiente, tranquillo di giorno, si animava molto la notte. Félix Lima, in un articolo della rivista "Caras y Caretas" scrive: "Frequentemente volavano bottiglie di acqua gasata, i calici, le bottiglie e le sedie. A volte spari e coltellate. Più di un prepotente passò all'altro mondo dalla scena di Hansen per direttissima, senza passare per l'ospedale." ... "Era proibito il ballo disordinato, però nel retro della casa di Hansen, nella zona del giardino, tango liscio, tango addormentato, di contrabbando. ... " 'La Morocha', el tango di Saborido, si suonava di continuo. Si trovava al massimo della sua popolarità. L'orchestra notturna era consueta. Niente bandoneon. Lo strumento non era ancora popolare al pubblico. I tanghi di Bassi e Villoldo: El Incendio ed El Choclo, si facevano strada. Unión Cívica, il miglior tango del compositore Santa Cruz, era anche di moda...". Noi ci riferiamo all'epoca d'oro del Hansen, dal 1903 al 1908.
In cambio, il "per bene" Adolfo Bioy (padre) in "Antes del 900 (Relatos)" disse "... La si ballava il tango, prima che questa danza diventasse di moda nei caffè ed in città, andavamo la di tanto in tanto ad mostrare la nostra qualità di nottambuli, a rischio di incidenti con i delinquenti che popolavano quel posto.
I clienti solevano accompagnare con colpetti di cucchiaio, mano o del piede il ritmo della milonga "El esquinazo" scritto nel 1902 da Pesce e Polito con musica di Villoldo. Il tango diceva: "Nada me importa de tu amor; ¡ golpeá no más!, (golpes) el corazón... etc". Come dai cucchiai si passò ai piatti e alle sedie. Il padrone decise di proibire il tango esponendo un cartello che diceva:
"E' categoricamente proibita l'esecuzione del tango "El esquinazo". Si prega cautela in questo senso. Il proprietario".
Il pianista, compositore e direttore Roberto Firpo conobbe Angel Villoldo in "Lo de Hansen" mentre operava con Francisco Postiglione al violino e Juan Carlos Bazán al clarinetto. Si dice che El Pibe Ernesto Ponzio debuttò il suo tango Don Juan nel "Lo de Hansen" nel 1898, quantunque lo avesse fatto tal volta nel vicino bar "El Kioskito" o "El Tambito", dedicando il tango al suo proprietario. Luis Teisseire presentó il suo tango La Nación nel 1900 mentre operava con il violinista Genaro Luis Vázquez ed Ernesto Ponzio.
Nel 1937 il geniale compositore di tango e regista cinematografico Manuel Romero presentó la pellícola "Los muchachos de antes no usaban gomina", con l'indimenticabile attore Florencio Parravicini (come Ponce), dove le scene si svolgevano in gran parte nel "Lo de Hansen". Poi, compose il tango Tiempos Viejos, con musica di Francisco Canaro (1926), che dice:
¿Te acordás, hermano, la Rubia Mireya
que quité en lo de Hansen al guapo Rivera?
¡Casi me suicido una noche por ella,
y hoy es una pobre mendiga harapienta...!
¿Te acordás hermano, lo linda que era?
¡Se formaba rueda pa´verla bailar!
Cuando por la calle la veo tan vieja,
doy vuelta la cara y me pongo a llorar...
Il film comincia con il testo "Il contrasto tra la città romantica di ieri e la metropoli cosmopolita di oggi, è quello che intendiamo con distacco". Immaginatevi, se le riprese del 1937, ossia, 25 anni dopo la sparizione del Café Hansen! Questo film ha già 74 anni. Cosa possiamo dire noi del 1937, quanto tuttavia non abbiamo tenuto conto del'Epoca d'Oro del tango degli anni '40. A noi pare chiaramente la preistoria del tango.
Non è chiaro se esistì la bionda Mireya, però non c'è dubbio che incarnava la donna che andava all'Hansen a conoscere uomini, molto ben vestita e con roba cara.
In questo video, si descrive in scena cosa significava Tiempos Viejos.
Il damerino Rosales (Santiago Arrieta) va da "Lo de Hansen" con il suo amico e compositore Ponce (Florencio Parravicini). Nella scena iniziale c'è una baruffa tra ballerine ed il padrone Hansen chiede al ragazzo Ernesto che suoni un tanguito, che sarà El Porteñito. Un damerino chiede un altro tango e un mascalzone si oppone chiedendo Don Juan. Si può vedere come i ballerini piroettano con i piedi e fanno quebradas e sentadas. Ha luogo una lite tra il mascalzone e il damerino e questo viene ferito con un coltello. Improvvisamente entra Rosales con Ponce seguiti da Jorge Newbery, il famoso aviatore, prototipo del elegantone e amico di Rosales. Un prepotente provoca Newbery che lo mette KO con un diretto. Rosales sfida il cattivo Rivera invitando a ballare la bionda Mireya. Mentre, entra la banda del cattivo Ortiz che viene a prendere la Mireya a Rivera. Poi Rosales incontra ballando il cognato che parlava male di Hansen in famiglia, e arrabbiato, lo accompagna sul posto. Rivera e Ortiz si contendono la Mireya, però Rosales lotta con Rivera e lo ferisce sul viso. Finalmente entra la polizía y tutto termina con una polca. Nel film appare il tedesco Hansen, quantunque lui fosse morto quando Villoldo compose il suo tango (1903). El tango Tiempo Viejos lo canta l'indimenticabile Hugo del Carril.
Questo che segue è un rifacimento del film antecedente: "Los muchachos de antes no usaban gomina" (1969), interpretato da Rodolfo Bebán (Rosales), Osvaldito Miranda (Ponce) y Carlos Estrada (Rivera).
Nestor Fabián canta "Tiempos Viejos"
Il 26 diciembre 2008 un gruppo di archeologi scoprì le fondamenta del ristorante e frammenti di piatti, tazze, coppe, bottiglie di birra e grappa, e resti delle tavole di marmo bianco, rettangolari, che erano nel cortile sopra alle piastrelle rosse francesi.
In questo video, gli archologi riesumano la storia:
http://edant.clarin.com/diario/2008/12/27/um/m-01829038.htm
Come si può dimostrare, il posto della prima milonga fu creato da un tedesco nell'epoca d'oro, con damerini, cattivi e bionde Mirelle, fu gestito da un italiano della Lombardia. Vediamo ancora che il tango ha tanto da dare, per la musica, per il ballo, per dare lavoro agli investigatori. Cultura genera cultura.
E per finire due tanghi che si suonavano all'Lo de Hansen:
"El Esquinazo". Interpretato con clarinetto e chitarra!
"Unión Cívica", che fu dedicato al partito politico omomimo:
Bibliografia
Puccia, Enrique H., 1997, El Buenos Aires de Ángel G. Villoldo (1860 - 1919), Editorial Corregidor.
Schavelzon, Daniel y Zakim, Nestor J., 2010, Café de Hansen: historias y hallazgos en Palermo, Dirección General de Patrimonio e Instituto Histórico.
Francisco Canaro descrisse come operava Villoldo: "... suonava l'armonica accompagnandosi allo stesso tempo, simultaneamente, con la chitarra, nella seguente forma: la armonica la collocava in un apparato di legno ideato per essa, che aveva forma di una croce, era una tavoletta di circa 60 o 70 centímetri attraversata sopra, dove si collocava l'armonica convenientemente assicurata con un filo; questo apparato ausiliario foderato di velluto nero e portava appese a mo di decorazioni alcune medaglie e nasti azzurri e bianchi. Detto apparato se lo metteva sopra la pancia sostenendolo con un cinturone, dopo suonava la chitarra nella maniera abituale e eseguiva i due strumenti nello stesso tempo con straordinaria abilità, ottenendo notte dopo notte un successo singolare, perché era un numero che piaceva moltissimo al pubblico che chiedeva il bis con i suoi prolungati applausi. Cantava anche il suo tango accompagnandosi con la chitarra." Un precursore di Bob Dylan e León Giecco.