Di quando Canaro aveva già l'orchestra

por José, el de la quimera

(traduzione a cura di giorgio)

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Versione in castellano

Corre l'anno 1938, raccontano che la moglie di Francisco Canaro, Marta Gessaume, entra nello studio di registrazione e incontra Ada Falcón seduta sulle ginocchia di Francisco Canaro. Marta prende una pistola dalla sua borsa la punta alla testa di Ada, che scappa terrorizzata gridando al suo amante "Non canterò mai più per te!". Da quel momento Ada Falcón si ritira dalla vita pubblica. Quando registra lo fa da dietro una tenda per non essere vista dall'orchestra e generalmente esce dallo studio mascherata da anziana con un bastone.  Nel 1942, a 37 anni, cantó i suoi ultimi due pezzi, entrambi di Francisco Canaro e Ivo Pelay, Encadenado corazón e Viviré con tu recuerdo, molto suggestivi. Poco tempo dopo Ada si recluse come monaca civile in un villaggio della provincia di Cordoba vicino a sua madre, dove muore nel 2002 a 96 anni. La sua relazione con Canaro ebbe inizio nel 1929 quando incise La morocha con lui. Su Ada Falcón, che rischió di essere rapita dal Maragiá di Kapurthala, vi consiglio di vedere il documentario thriller Yo no sé qué me han hecho tus ojos del 2003, dove il regista parla con lei al convento poco prima di morire. Recentemente, il canale Telefé trasmise un blocco di cinque film per il bicentenario dell'Indipendenza, Lo que el tiempo nos dejó. Il quarto, Te quiero, con Carlos Gardel, racconta della relazione tra Canaro e la Falcón, interpretati da Leonardo Sbaraglia e Julieta Diaz.

Ada canta "Te quiero":

Ada y Carlos Gardel:

Ada Falcón

Francisco Canaro, bohemien e donnaiolo, ebbe un'altra relazione, Irma Gay, con la quale ebbe le sue due figlie. A quei "tempi" uno famoso poteva mantenere due vite parallele, cosa impossibile adesso.
Ovviamente, quanto scritto ora non appare nelle memorie di Canaro, pubblicate nel 1956, come anche che girava la voce che Canaro compró molti dei tanghi che firmó e qualcuno lo plagió, come ad esempio, Concha sucia del "Negro Casimiro", che convertì quando uscì in Cara sucia. (Concha=vagina, sucia=sporca, cara=faccia n.d.r.)

Su Ada Falcón scrisse nel suo libro:

"... fu una delle più belle tra le nostre cantanti... In piena gioventù e nel totale possesso delle sue facoltà, si ritiró dalla vita artistica per recludersi in un convento sulle colline di Cordoba, spinta dalla sua intima devozione, poiché fu sempre una fervente religiosa... ecco uno dei prodigi della fede cristiana."

Nelle memorie non si parla di Perón con il suo nome, di Evita si. Questo può essere motivato dal fatto che dopo il colpo di stato che depose Perón nel 1955 si eliminarono tutte le immagini e i nomi del presidente dai testi che probabilmente lo potevano esaltare.

La peculiare morale "alla Canaro", si riflette in vari passaggi del libro, per esempio:

"Yankelevich era ebreo, però generoso" o "se le donne avessero il buon senso di non mettersi nelle questioni e problemi dei maschi, avrebbero meno problemi e disgusto, meno divorzi e meno situazioni drammatiche... Però, quando lo puoi far capire alla tua bella moglie? " o,

dove "uccide" D'Arienzo, ma forse voleva:

"...per produrre un'successo non è necessaria la saggezza, bensì essere coscente della propia personalità per piccola che essa sia".

Inoltre, Francisco Canaro ignora Enrique Cadícamo nella lista dei poeti e Astor Piazzolla nella lista delle orchestre, dando più importanza ai musicisti ed ai canzonieri giapponesi sconosciuti oggi giorno. Tuttavia, questa è la megalomania che pervade la lettura della sua autobiografía, tuttavia rimane un personaggio notevole e profondamente positivo per il tango ed i suoi autori e per lo spettacolo in generale.

Circola in Internet la notizia che i genitori di Francisco Canaro sono del paese di "Canaro" che si trova a 16 km a sud di Rovigo e in aggiunta è stato pubblicato l'articolo "Le origini rodigine di Francisco Canaro". In realtà, Canaro non afferma nella sua autobiografia che i suoi genitori fossero di quel paese. Quello che può confondere il lettore è una lettera che gli fu inviata nel 1940 e che appare alla pagina 394 del libro.  A dire il vero, i genitori di Canaro (al meno la madre) provengono da Ceraso, un villaggio que sta vicino ad Ascea Marina, in provincia di Salerno. Canaro e la sua moglie visitarono l'Italia dopo la sua presentazione trionfale a Parigi nel 1926. L'itinerario fu Torino, Genova, Roma, Napoli e finalmente Ceraso dove fu ricevuto da sua nonna materna di 88 anni, che andò a Buenos Aires. È da notare che non esiste il cognome Canaro in Italia e che in realtà il suo cognome era Canarozzo, particolare che non menziona nella sua autobiografia.

Canaro fu tanto famoso e potente che a Buenos Aires che maneggiava le carriere delle cantanti "a piacere", e girava il detto:

"Ha più soldi di Canaro". In una occasione Carlos Gardel stesso, che non era sicuramente povero, gli chiese dei soldi in prestito all'ippodromo e dopo tre anni non ne restitui nemmeno uno. Al sentirseli chiedere da Canaro, Gardel ribattè: "Non ti vergogni? con la fortuna che hai, chiedermi i cinquecento pesos?..."

Canaro con la abuela materna en Ceraso en 1926 (de Canaro, 1999).

Francisco ("Pirincho") Canaro nacque nel 1888 a San José (Uruguay) y morì nel 1964 a Buenos Aires. Nel 1899 si trasferì con la sua famiglia a Buenos Aires in un condominio del rione San Cristóbal che è la zona delle milonghe di oggi (per esempio "Niño bien"). Tutta la famiglia (una decina di persone) vivevano nella stessa abitazione. Canaro racconta che a volte doveva dormire nella veranda, d'inverno, quando qualcuno si ammalava. La situazione economica era tanto precaria che lui e due suoi fratelli (Juan y Rafael) vendevano giornali da ragazzi e poi furono lustra scarpe.

Un contadino, Don Chicho, gli insegnò a suonare la chitarra e il piccolo Canaro formó un trio con mandolino e violino, suonavano i primi tanghi quando stava iniziando la guardia vieja. Canaro inizialmente suonava con un violino che fabbricó con una lattina d'olio, tutto molto artigianale. Il primo tango que imparò? fu El llorón, di autore anonimo, che fu la base della milonga composta da Juan Maglio "Pacho" più tardi. L'indimenticabile Hugo Diaz la interpreta così:

Il trío Canaro-Arrevillaga-Duclós debuttò nel villaggio di Ranchos nel 1906, rischiando la vita a causa delle frequenti sparatorie tra poliziotti e delinquenti. A Guaminí (dove nacque Nelly Omar) suonarono in un locale dove guadagnavano 10 centesimi per ciascuna coppia che andava a ballare. Uno che chiamavano "Firulete", per la sua abilità (un esibizionista evidentemente), ballava tutta la notte senza pagare (ci sono casi simili anche oggi). Firulete provocó una discusione con rissa che portò i musicisti in carcere per un giorno. Canaro descrive una ballerina di quest'epoca quando suonava nel villaggio di San Pedro: "La Turca, bella presenza, usava anelli, collane e bracciali con grandi monete d'oro, era mora e molto attraente...". Evidentemente, con tutto questo carico ed essendo carina, è chiaro che avesse successo. "Tiempos viejos", le milonghe stavano crescendo con queste proto-orchestre. A Guaminí conobbe Pacho la cui orchestra si componeva di violino, flauto, chitarra e Pacho al bandoneón. Da paese in paese, come da porto in porto, Canaro vi abbandonava una fidanzata. A Arrecifes "rubó" la fidanzata ad un guapo e dovette scappare clandestinamente dal villaggio. In una occasione, viaggiando in treno con un collega violinista da San Pedro a Buenos Aires, questi muore presso un viaggio e Canaro è obbligato a scendere (con il morto) a Baradero. Con il poco denaro che aveva compró un semplice cassone e lo interrò al cimitero del villaggio. Come vedete, nell'ambiente del tango e la vita della gente comune in generale, fu inizialmente molto de "bajo fondo".

Il tango sta nascendo e sorge alla Boca, all'angolo tra Suarez e Necochea. Nel 1908 il trio Canaro-Castriota-Loduca (violino-piano-bandoneón) debutta al Caffé Royal. Davanti suonavano i fratelli Vicente y Domingo Greco. A 30 metri, al Caffé La Marina stava il "Tano Genaro" (Genaro Espósito). Di fronte a questo locale suonava Roberto Firpo e alla svolta della via Necochea stava "El Alemán" (Arturo Bernstein). Nel più importante, un Caffé-Concerto, si esibiva il papá del tango, Angel G. Villoldo, che suonava alla maniera di León Gieco o Bob Dylan, due strumenti simultaneamente, chitarra e armonica. La sua voce arrivò fino a noi, registrata su dischi e recentemente digitalizzata. Qui, sentiamo cantare la prima versione di El Choclo:

http://www.youtube.com/

Canaro en 1906 (de Canaro, 1999).

Le sparatorie erano frequenti anche alla Boca. Una volta, una pallottola vagante entrò al caffé dove suonava Tano Genaro e gli perforó il bandoneón. Lo stesso Loduca duellò con un guapo che desiderava rubargli la fidanzata.

Una notte nel 1909 arriva al Caffé Royal un giovane con un bandoneón, vestito da compadrito4 "high-life". Era Eduardo Arolas, che chiese il permesso per eseguire un suo tango: Una Noche de Garufa, che Canaro immediatamente incorporò nel suo repertorio. In questo frammento del film "Derecho Viejo" (1951) di Manuel Romero si ricorda quel momento, dove Juan José Miguez interpreta Arolas:

Nell'anno 1910, il centenario dell'independenzia argentina, il tango migra fino al centro, ed il primo fu Firpo, che debutta nella calle Corrientes al 1400 nel "Bar Iglesias" che stava ubicato di fronte di quello che oggi è il teatro San Martín. Canaro lo segue, debuttando con i Greco nel caffé "El Estribo" in Entre Rios al 600, vicino al Congreso, dove concorrevano anche Gardel e Razzano.  Suonavano anche al "Salón Rodriguez Peña" al quale Vicente Greco gli dedicó il tango con lo stesso nome. Altri posti dove si ballava erano "Lo de Laura", "María La Vasca" e "la China Joaquina". "Lo de Hansen" già abbiamo discusso (vedi l'articolo seguendo il link). Dopo il centro, il tango va e si consacra a Parigi, musicisti e ballerine, come "Vasco Aín", che nel 1924 balló davanti al papa Pio XI con Srta Scotto, traduttrice all'ambasciata argentina a Roma. Dopo il 1914, Canaro e Greco realizzano il carnevale e dopo registrano nella "Casa Tagini" dischi con l'etichetta "Columbia" e danno il nome all "Orquesta Típica Criolla" al suo gruppo. Da qui l'origine del nome "Orquesta Típica" secondo Canaro.

Orquesta típica Greco-Canaro (1914-1915). Canaro-V. Greco-Tano Vicente-D. Greco-Labisier-Abate (de Canaro, 1999).

Successivamente si svincola da Greco e forma un trio, con José Martinez al piano e Pedro Polito al bandoneón, che operó al teatro Olimpo, che si transformó in accademia di ballo. La conobbe il bailarino "El Cachafaz": "era perfetto nella sua parte, elegante e preciso nei suoi movimenti, uno dei migliori sul tempo. In una occasione ebbe luogo un "duello", un ballo puro tra "El Cachafaz" ed "El rengo Cotongo" che terminó con tutti al commissariato.

Nel 1916 forma il famoso "Quinteto Pirincho" con Polito, Martinez, Rafael Rinaldi (secondo violino) e Leopoldo Thompson (contrabasso), senza cantante. Come i Rolling Stones, il gruppo sarà eterno, benché senza i suoi membri originali ma con il nome "Quinteto Francisco Canaro", più di 80 anni dopo:

http://www.youtube.com/

Il tema è El internado di Francisco Canaro, registrato nel timbro Melopea di Litto Nebbia (un vecchio rockettaro). Precisamente, Canaro comincia come direttore d'orchestra nel famoso ballo dell'Internado, nel quale gli studenti di medicina festeggiavano l'inizio della primavera, inventando scherzi macabri per spaventare le ragazze con parti di cadaveri che portavano alla milonga. Ovviamente, si arrivò al punto che questi balli dovettero essere sospesi.

Osvaldo Fresedo, con il bandoneón, si aggiunge a l'orchestra di Francisco Canaro quando incominciarono a operare al cabaret "Montmartre" ubicato nella calle Corrientes. La debutta con il tango Cara Sucia che Canaro prese (plagió?) da Concha sucia, un tema del "negro" Casimiro Alcorta. Nel centro di Buenos Aires sorsero i cabaret e caffé dove si suonava e ballava il tango, tra questi il "Tabarín" dove operavano Firpo y Arolas, il "Maxim", il "Palais de Glace", l'"Armenonville", dove cantava il duo Gardel-Razzano, il "Royal Pigall", il "Café Dominguez", tutti nomi che noi tangueri sentiamo alla milonga, perché a ciascuno oggi è dedicato un tango.

Nel carnevale del 1917-18 Canaro e Firpo fusero le loro orchestre per lavorare a Rosario, arrivando a 15 orchestrali. Tra gli altri, c'erano Arolas, Fresedo, Juan Carlos Bazán (al clarinetto), Juan D'ambrogio "Bachicha" (bandoneón) e altri menzionati prima. Sorse il tango con tutta la sua forza. Spinto da "certificato e approvato" di Parigi, il tango sale, ufficialmente, anche alle classi alte argentine

Quinteto Pirincho en 1916. Canaro-Thompson-Polito-Martinez-Rinaldi (de Canaro, 1999).

La notte del 22 giugno 1918 nevicava a Buenos Aires. Agustín Bardi compone Que noche!. Il nome lo mise il suo amico Arolas nel bar TVO a Barracas.

Lavorando al "Pigall", Minotto Di Cicco, che fu il bandoneonista preferito di Canaro per decenni, sostituì Fresedo che formò la sua propria orchestra. Anche suo fratello Juan (col bandoneón) integrò il quinteto. E' al "Pigall" che Canaro scopre la cantante Azucena Maizani. Quello era il posto dove si ballava il miglior tango. Canaro racconta: "lo ballano con una serenità religiosa, con un tempo metronomico ed un'eleganza impeccabile... E guai! allo straniero che, ubriaco, balla contramano, uscendo dalla ronda a interrompere l'armonia e l'estetica della danza". Nella decade del 50 Francisco Canaro già vede un degrado del ballo: "una multicore moltitudine che si diverte, ha più l'apparenza di una massa umana informe che si dondola nel quale i ballerini si spingono e si scontrano...". Qualcosa di simile lo si può vedere oggi, nel terzo millennio, però fortunatamente molti stanno prendendo coscienza che il così detto tango nuevo sarà solo una moda passeggera. Stiamo tornando anche noi ai tempi del "Pigall"? Chissá.

Durante il carnevale del 1921, iniziarono i balli aristocratici al teatro dell'Opera con orchestre con più di 30 musicisti diretti da Francisco Canaro, tra quelli tre suoi fratelli: Juan, Rafael e Humberto, poi Luis Riccardi, Osvaldo Fresedo, Augustin Bardi, Tito Rocattagliatta, etc.

Il "Tabarís" apre nel 1923 e debutta Sentimiento Gaucho, dove lo scrittore e gran ballarino di tango Ricardo Güiraldes (ricorderemo Bailate un tango Ricardo di Juan D'Arienzo) lo complimentò cosi: "Gaucho tenía que ser para ser tan bueno".

Orquesta Firpo-Canaro que actuó en los carnavales de Rosario en 1917-1918. Fresedo y Arolas la integraban (de Canaro, 1999).

Nel 1925 Francisco Canaro ed i suoi musicisti vanno a Parigi e debuttano al dancing "Florida", dove si vestono da gaucho per motivi sindicali. C'era una legge che proteggeva i musicisti francesi, molti di questi invalidi di guerra, e le orchestre straniere potevano lavorare solo come orchestre etniche. Da allora tutte le orchestre di tango si vestirono così, incluso le francesi, anche Carlos Gardel quando debuttó al "Florida" nel 1928 si vestì da gaucho. Canaro, per differenziarsi ancora, incorporarò la cantante Teresita Asprella, fidanzata del secondo violino, Agesilao Ferrazzano, che fu portata a Parigi senza che lo stesso Canaro lo sapesse. Il successo fu enorme e Canaro diventò "l'uomo del giorno" a Parigi. Rodolfo Valentino gli faceva visita tutti i giorni. In quel momento era popolare il "Té-Tangó", l'orchestra di Manuel Pizarro lavorava in uno di questi prima dell'arrivo di Canaro.

L'aneddoto del mate0 è tipico: Canaro viaggiava con il suo set per bere il mate ed erba "Cruz de Malta", allo sbarco a Marsiglia l'impiegato della Dogana gli disse: "C'est défendus monsieur, celá cet une pipe pour fumer d'opium", - "Per la bombilla1..." rispose. Dovette parlare con il capo delle dogane per risolvere il problema. E continuò a succedere, parecchie volte lo fermarono all'aereoporto per lo stesso motivo.

Il successo a Parigi fu tale che ottenne un contratto al "Club Mirador" di New York, dove portò la cantante Linda Telma (rimpiazzata in seguito da Carmen Alonso) ed il vasco Aín con la sua ballerina; il ballo fu il centro dello spettacolo. La presentazione prevedeva la seguente pubblicità: " ... il tango può essere ballato simplicemente camminando al ritmo del fox-trot lento facendo una pausa al quarto passo. Se uno si accorda unicamente di fare tre passi e si arresta al quarto, il tango è suo". Canaro incontra Juan Carlos Cobián a New York, che viveva là già da tre anni.

In realtà, Francisco Canaro chiamò diverse orchestre con il nome "Canaro", in modo che il suo nome potesse essere presente in vari posti, giacchè in ciascun complesso lavorava uno dei suoi fratelli. In questa maniera, era presente in Europa, Stati Uniti e Buenos Aires. Un impresario intelligente. Manuel Pizarro applicava la stessa strategia giacché anche lui aveva numerosi fratelli arrivando fino a cinque orchestre "Pizzarro" operanti in Europa.

Per avere un'idea di quanto importante che fu il tango (e Francisco Canaro) a quell'epoca, consideriamo le registrazioni del solo Odeón nel 1927. Di un totale di 1762 temi, Francisco Canaro ne incise 337 lo segue Osvaldo Fresedo con 299. Di questi 337 pezzi, 38 corrispondono alla Jazz Band Canaro, perchè le orchestre non eseguivano esclusivamente tango.

Actuación en el "Florida", París, Montamrtre el 23 de Abril de 1925 (de Canaro, 1999).

Di ritorno da París, Canaro compone il tango-vals Corazón de Oro:

Alla fine della decade del 30 Francisco Canaro crea a Parigi il leggendario "Trío Argentino Irusta-Fugazot-Demare", con Agustín Irusta e Roberto Fugazot, cantanti e chitarristi e Lucio Demare (a 20 anni), pianista, che più tardi formó la sua propria orqchstra. I temi di Demare sono ballati ancora tutti nelle milonghe.Nel 1931 il trio debuttò a Buenos Aires. Demare ricorda questo evento: "A Buenos Aires debuttammo con gran successo al teatro Broadway, però sfortunatamente Roberto Fugazot si infortunó cadendo con un ascensore dal terzo piano. Stava con Juan Carlos Cobián ed Enrique Cadícamo, però solo lui si lesionò, fratturandosi una gamba. Quattro mesi di gesso ma non finì il successo.” Il trio incise molto a Barcellona ed i loro dischi si vendettero a migliaia, fino al 1937 quando si dissolse e ciascuno seguì la sua carriera independentemente. Tornarono a incontrarsi più tardi ma sporadicamente.

Trío Irusta-Fugazot-Demare (de Canaro, 1999).

In questo video interpretano "Dandy" nel 1928, musica di Demare e testo di Irusta e Fugazot:

Francisco Canaro presenta il cantante d'orchestra Roberto Diaz (come estribillista2), che nel 1924 incise il tango Así es el mundo di suo fratello Mario (è scaricabile da Internet un file mp3 digitato da una registrazione del 1927). In seguito, il ruolo del cantante ebbe una parte più importante entrando generalmente alla metà del tema e continuando fino al finale. Furono suoi cantori, tra gli altri, "Charlo", Agustin Irusta, Roberto Ray, Ernesto Famá, Roberto Maida, Francisco Amor, Carlos Roldán, Eduardo Adrián, Alberto Arenas, Guillermo Rico, Carlos Dante ed Enrique Lucero (il fratello di Mariano Mores), le cui voci le sentiamo ancor oggi in tutte le milonghe del mondo.

Nel 1924, la casa discografica "Odeón" di Max Glücksmann, organizzó per molti anni concorsi di tango. Il primo concorso fu vinto da Canaro con Sentimiento Gaucho, successivamente Pa que te acordés di Francisco Lomuto, Amigazo di Juan de Dios Filiberto e Organito de la Tarde di José e Cátulo Gonzalez Castillo. L'eccellente tango ballabile Destellos di Francisco Canaro si piazzò dietro!. Questo era il livello a quel tempo, nemmeno inimmaginabile al giorno d'oggi che i poeti e musicisti creativi di tango sono contati. Ascoltate Destellos con parole di Juan Caruso e voce di Carlos Roldán:

http://www.tangodemon.com/

Francisco Canaro fu testimonio della nascita della radio in Argentina, le più importanti: radio Argentina, Cultura, Nazionale (oggi Belgrano), Excelsior, Splendid e America. In quest'ultima Canaro e Gardel realizzarono assieme una serie di transmisioni nel 1929. La radio fu importante per diffondere il tango. Ricorderemo il famoso programma Glostora Tango Club che incominciò nel 1946 in LR1 radio "El Mundo" presentando l'orchestra di Alfredo De Angelis con i suoi cantanti Carlos Dante e Julio Martel. Lo seguirono, in quei giorni, Tanturi-Campos e Anibal Troilo con Alberto Marino e Floreal Ruiz. Che programmazione! Le repliche durarono 22 anni, sempre con il contributo de Alfredo De Angelis.

Nel 1932 a Bologna e nel 1933 a Firenze, Francisco Canaro vinse due primi premi in altrettante esposizioni artistiche. Si presentó e "si buttò", come egli afferma, e vinse... In realtà la cosa non ci sorprende. In quel periodo il tango era, "nella buona o nella cattiva sorte", musica e ballo e spettacolo centrale nelle sale d'Europa e non solo. Re, come Alfonso XIII, e dittatori come Hitler e Stalin, rendevano piacevoli le loro feste con orchestre di tango. Per esempio quella di Eduardo Bianco (l'autore di Poema) fu il violinista preferito di Adolfo Hitler, secondo Julio Nudler. Compose il "tango della morte": Plegaria (dedicato al re) e che tanto affascinò l'alto comando nazista. 

Canaro fu una figura importante nel mondo del teatro, componendo la musica per atti unici e commedie musicali, molte con libretto del suo amico Ivo Pelay, altro notevole scrittore di tango. Nen 1932 debuttarono con La muchachada del centro, che è anche un tango, dove lavoravano tra gli altri Tita Merello e Tito Lusiardo. Tita era preoccupata: "Maestro, ho poca voce e se voi suonate forte, non si sente quello che canto..." (visto che non c'era il microfono sul palcoscenico allora). Così cantò Tita il tema:

In questa opera Tita balló con Lusiardo, Famá cantó Te quiero e debuttò con il vals El jardín del amor:

Per avere un'idea del successo, questa commedia raggiunse più di 900 reppresentazioni consecutive.  Seguirono molte altre opere fino alla fine degli anni 40. Nel 1939 realizzano El muchacho de la orquesta, dove debutta Mariano Mores al pianoforte a soli 21 anni. Ne "La historia del tango", uscita nel 1941, Francisco Amor interpretó Villoldo e cantó il vals Bajo el cielo Azul:

in questa commedia ballarono "El Cachafaz" con Carmencita Calderón.

Seguirono molte altre commedie, tra esse "Luna de miel para tres", dove lavorò il cantante messicano Jorge Negrete, e l'ultima, "Con la música en el alma", realizzata nel 1949 e scritta da Homero Manzi. Lo stesso Canaro, che nella sua gioventù fu attore dilettante, recitò con un ruolo fatto a sua misura: direttore d'orchestra.

Francisco Canaro ebbe una compagnia cinematografica, la "Rio de la Plata", che realizzò il cortometraggio documentale  "La sepoltura di Carlos Gardel". Realizzò molti film, alcuni buoni che però non ottennero buoni incassi. Tanto è che Francisco Canaro disse in un'intervista "il cinema sonoro fu un sonoro fracasso per me, e mi lasciò muto". L'ironia successe nel 1947 con "El diablo andaba en los choclos" diretta da Manuel Romero e protagonista Luis Sandrini. Francisco Canaro e Sandrini cedettero i diritti alla casa distributrice "Interamericana" per 350.000 $, credendo che le riprese venissero a costare 250.000 $. Costarono, invece, 348.000 $, il film ricavò 3 milioni di pesos!. L'impresa fu venduta, benché Canaro finì con molti debiti potè saldare con i suoi concerti in Brasile e attuando alcune economie -- "al extremo de no hacerme siquiera un traje en todo el año". al punto che non si è fatto fare nemmeno un vestito in un anno

Dopo la radio, il cinema ed il teatro, le orchestre di tango si esibivano ai carnevali, che inizialmente si realizzavano al teatro, ed al Luna Park, e dopo principalmente nei grandi club. Io stesso vidi nel 1966 l'orchestra diretta da Juan D'Arienzo al Club River Plate, che aveva due palcoscenici separti. Nell'altro si esibiva, contemporaneamente, il rock con "Billy Bond y La Pesada del Rock and Roll". Francisco Canaro partecipó a 43 spettacoli di carnavale.

Carlos Gardel morì nel 1935 in un incidente aereo nel vecchio aeroporto di Medellín (Colombia). L'aereoporto è ancora in uso giacché nel 2009 volai da Bucaramanga e vi atterrai con una certa emozione. Quando furono rimpatriati i suoi resti, fu formata una commissione di musicisti, cantanti ed impresari per rendergli il giusto omaggio al Luna Park di Buenos Aires. Francisco Canaro racconta: "... trovammo il cadavere di Gardel carbonizzato, con il braccio destro che si copriva il viso, denotando che nel parossismo della disperazione e nello sforzo instintivo cercò di salvare il viso dalle fiamme che lo coprivano; la faccia totalmente bruciata lasciava scoperto il biancore della sua bella dentatura, che fece classico ed accativante il suo sorriso". In questa occasione Canaro iniziò l'omaggio con il tango Silencio:

Canaro condivise con Gardel la passione per l'ippica, un vizio che lasciò nel 1934, disse a Pelay: "Vado a lavorare ai matinés", Pelay sorpreso gli rispose: "Come, non vai all'ippodromo tutte le domeniche?...", Canaro ribattè: "Non vado più alle corse". E così fu effettivamente.

Il terremoto di Chillán avvenne il martedì 24 gennaio del 1939 alle ore 23:32, con una magnitudo di 7.8 della scala Richter e fece più di 5600 morti. In quel preciso momento Canaro stava lavorando a 400 km al nord, a Santiago del Chile. Lasciamo che Canaro commenti il momento (abbreviando quanto disse): "il pianista Luis Riccardi mi disse mezzo sorpreso: 'Pirincho, il piano si muove!', ed io gli risposi: 'perché il piano doverebbe muoversi Riccardi, voi siete pazzo in testa!...' e come sentii grida nella sala, credendo che fosse l'impazienza del pubblico, gli dissi: 'attacca, attacca!' ed iniziammo con tutta l'orchestra, cominciando con la mia marcia La Canción de los Barrios di vibrante sonorità, mentre Francisco Amor iniziò a cantare la prima strofa ... gli sparì la voce e Amor uscì correndo a 80 km all'ora fino alla piazza di fronte al teatro... osservai che il microfono collegato vicino a me si muoveva come un pendolo -- mai fu più opportuna la celebre frase di Galileo: 'Eppur si muove!' -- dal tetto cadevano pezzi di intonaco, la sala era completamente vuota, stava vicino al palcoscenico solamente il commentatore sportivo Luis Elías Sojit, che ridendo più tranquillo, mi chiedeva: 'Cosa c'è, eh Canaro?'. (il ballerino) Bucino, che stava vestendosi nel camerino, arriva correndo con le bretelle storte, e mi dice: 'Pirincho, cosa succede?'. Gli rispondo: 'Voi che avevate voglia di sapere che cos'è un terremoto, eccolo qua!". Lo stessa situazione capitò recentemente all'orchesta "Color tango" nel Teatro Nakano Sun Plaza a Tokio, quando ebbe luogo il terremoto e lo tsunami nel 2011.

La storia della SADAIC (la SIAE argentina), che protegge i diritti dei musicisti e poeti, ha in Canaro una figura importante già che fu molte volte direttore di questa entità, come altresì Francisco Lomuto. Durante la sua gestione si realizzo il  "XV Congresso Internazionale degli Autores" a Buenos Aires nel 1948, con innumerevoli attività e omaggi, visita alla Fondazione Evita con discorso di Perón inclusi. C'è un aneddoto che avvenne a Los Angeles, alla fine del congresso di Washington nel 1946. Canaro portò Mores ad una cena in un conosciuto cabaret. Mores balló un tango con Marlene Dietrich, che ne restò incantata mentre Mores interpretò, e cantò Adios Pampa mía. In questo film, "Corrientes, Calle de Ensueño", del 1949, vediamo Mores, Canaro ed i musicisti della sua orchestra, compreso Minotto:

Mores-Z. Lomuto-Canaro-M. Canaro-F. Lomuto-L. Benard-M. Benard en Nueva York en 1946 (de Canaro, 1999).

Un altro aneddoto è quando salvò Pedro Maffia dal perdere i diritti d'autore. Maffia aprì una boite3 en Buenos Aires però fallì fino al punto che il giudice ordinò di mettere all'asta le opere del musicista. Canaro contattò tutti gli editori di musica e chiese loro di non fare nessuna offerta. SADAIC comprò tutte le opere ed il giorno seguente Canaro chiamò Pedro Maffia e gli offrì di comprare le opere con gli stessi diritti, così saldò i debiti in poco tempo.

Cosa pensava Francisco Canaro dei suoi colleghi? Generalmente non faceva commenti molto tecnici. Qualcosa disse su Juan D'Arienzo. Su di lui riportò ciò che i più dicevano: "Lui è di passaggio, la gente si stancherà presto, ha un modo uguale per tutti i tanghi, ha un ritmo fortemente ritmato però monotono, le interpretazioni della sua orchestra suonano sempre uguali"... però lo difende: "La verità è che Juan D'Arienzo pur essendo lo stesso, piace ogni volta di più". Su Carlos Di Sarli: "è mio parere che sia troppo lento nel ritmo che imprime ai suoi tanghi, penso che se fosse un poco più rapido sarebbe perfetto". Su Osvaldo Fresedo: "la sua orchestra è ritmica e melodica allo stesso tempo...". Su Edgardo Donato: "mantiene la purezza originale delle sue interpretazioni, senza essersi fatto influenzare dalla così detta modalità moderna", con tutta probabilità referendosi alla rivoluzione iniziata da Astor Piazzolla, Eduardo Rovira ed altri. Bene per quelli che ballano a cui piacciono i tanghi di Donato. Su di lui Canaro racconta un aneddoto grazioso. Nel 1919 Donato venne a Buenos Aires dall'Uruguay per ascoltare l'orchesta di Francisco Canaro, però Canaro non c'era perchè solitamente arrivava in ritardo. Donato chiese: "Chi è Canaro?" ed gli dissero che non era ancora arrivato. Più tardi arrivò e cominciò a suonare. Edgardo Donato, che stava dietro l'orchestra, disse: "Arrivò Canaro!". Infatti, lo aveva riconosciuto per la modo di suonare. Gli amici di Donato glielo presentarono e subito provò a suonare un tema di Canaro: La Tablada. Francisco Canaro gli prestó il suo violino e Donato "salì sul palco e incominciò a sviluppare il tango scelto, che eseguì facendo abili virtuosismi e pizzicati, mettiendo l'arco sotto le corde, suonando da dietro la testa, di schiena e persino tirando il violino in aria e tornando a suonare senza perdere il ritmo." Un numero da circo.

Nel 1954, l'orchestra di Juan Canaro fu la prima a lavorare in Giappone. I giapponesi amavano Francisco però si accontentarono di un altro Canaro. Quando finalmente, Francisco Canaro andò in Giappone, con la sua orchestra nel 1961, ebbe un gran successo, come era da aspettarsi, perchè il tango era molto popolare in quel paese. Dette un concerto all'ambasciata argentina presenti anche Juan de Dios Filiberto (autor de "Caminito"), il cantante Hugo del Carril, Mariano Mores y ed il famoso pittore de La Boca Benito Quinquela Martín.

Nel 1959 la casa discografica EMI-Odeón realizzò la prima sessione con il sistema stereo in Argentina, registrando con l'orchesta di Francisco Canaro. Ne lui ne i musicisti sapevano questo essendo un segreto industriale che fu rivelato quando il prodotto fu pubblicizzato per la vendita. Questo dimostra che Francisco Canaro fu la prima cavia dell'industria del disco.

Cosa dissero i suoi detrattori? Sul travestimento da gaucho a Parigi dissero che lo usó per dare più spettacolo perchè a Francisco Canaro interessava più l'incasso che la musica in se. Dissero che la sua musica era semplice e che i suoi tanghi sembravano marcette militari. Dissero che c'era il sospetto che molti tanghi furono comprati da musicisti e poeti poveri. Ma si può dire in sua difesa quanto segue: fu inizialmente povero e non disprezzò il denaro, non per questo lavorava gatis. Inoltre, se ha avuto tanti musicisti eccellenti qualche valore aveva. Sul possibile plagio: Canaro afferma che incise "sette mila titoli" e come disse un critico, basterebbe che solo il cinque per cento dei suoi temi fossero realmente suoi per consacrarlo. La realtà è che diffuse il tango nel mondo per più di 40 anni, contribuì a proteggere i diritti degli autori più che altri, diede inizio all'uso artistico della radio, realizzò le commedie musicali di maggior successo, produsse e compose la musica per molti film del cinema nazionale dove parteciparono artisti importanti, introdusse l'orchestra tipica ed il cantante d'orchestra ed i suoi tanghi sono ballabati in molte milonghe. Se Francisco Canaro non è "il tango" è molto vicino ad esserlo. La storia del tango lo considera sempre come un protagonista, tanto che nel 50 dicevano per riferirsi ai vecchi tempi: "Di quando Canaro aveva già l'orchestra...".

Fonti:

Canaro, F.,  1999, Francisco Canaro. Mis memorias. Editorial Corregidor.

www.todotango.com

Note:

(0) mate = infusione di erba tipica il cui nome scientifico è Ylex paraguariensis
(1) bombilla = canna per succhiare il liquido
(2) estribillo = versi cantati in genere sulla seconda frase musicale di tango o vals, quasi un ritornello
(3) boite = locale notturno, sala per feste e spettacoli
(4) compadrito = fanfarone provocatore

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